Estragon: We always find something, eh Didi, to give us the impression we exist? Vladimir: Yes, yes, we're magicians. (Samuel Beckett, Waiting for Godot)
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Estragon: We always find something, eh Didi, to give us the impression we exist? Vladimir: Yes, yes, we're magicians. (Samuel Beckett, Waiting for Godot)
In che modo nel tuo lungo percorso di vita hai sentito di essere una Magic Teacher? In che modo ti sei sentita in armonia e in accordo con il Metodo del Format Narrativo della Professoressa Traute Taeschner?
La mia infanzia è stata caratterizzata dal trilinguismo e dal teatro, che hanno fortemente influenzato il mio successivo lavoro con la lingua inglese.
Devo premettere che già bambina mi ero prefissa due obiettivi:1) Mai fare figli.2) Mai fare l’insegnante.Invece ... mi sono sposata a 20 anni e ho avuto ben 4 figli e 7 nipoti. Ho svolto mille mestieri e ho fatto la mamma. Poi ... avevo più di 40 anni quando ho dato le mie prime lezioni private. Ho iniziato insegnando inglese ad alcuni psicanalisti romani. Una volta che mio marito è andato in pensione ci siamo trasferiti dapprimaad Ansedonia, poi a Canino.A Canino ho iniziato facendo StoryTelling nella scuola primaria e sono poi passata a fare teatro in lingua nelle scuole di Canino, Arlena e Cellere. Con i miei alunni ho fatto spettacoli in inglese con ‘antipasto’ di francese partecipando ai festival teatrali di Bolsena e Grosseto.
Su suggerimento di Grazia Olimpieri, ex insegnante d’inglese e ora dirigente scolastico dell’I.C. di Montalto di Castro, alla fine degli anni ’90 ho seguito il corso di formazione di Hocus e Lotus.
Immagino sia stato subito amore?
Il format narrativo mi ha subito incantato perché raccoglieva e confermava tutte le mie esperienze e conoscenze del multi-linguismo ... e del teatro.
È stato difficile il tuo inserimento come Magic Teacher nelle scuole?
Dapprima, ho insegnato Hocus&Lotus con successo nelle scuole materne e primarie di Canino, Valentano, Montalto di Castro, Grotte di Castro, Acquapendente, Bolsena e a Pitigliano, dove abbiamo fatto un delizioso spettacolo Hocus&Lotus nel Teatro Comunale nel 2001.In seguito, oltre ad insegnare le lingue con Hocus&Lotus, man mano che la mia professionalità cresceva, sono diventata esaminatrice orale per le gamme d’esami dell’Università di Cambridge da Young Learners a Proficiency.Attualmente tengo corsi Cambridge nella scuola media, primaria e liceo di Tarquinia, oltre che nelle scuole primarie di Montalto e Pescia Romana.Subito ripenso al matrimonio tra la metodologia Hocus&Lotus e i diversi livelli di esami del Trinity College e subito risalta all'occhio che Hocus&Lotus sposa bene l'apprendimento in qualsiasi valutazione o certificazione. Chiedo:
Vuoi dire che hai abbandonato Hocus&Lotus oppure oggi ancora insegni con il metodo?
Dopo tanti anni, ho ripreso ad insegnare Hocus&Lotus nella scuola materna di Pescia Romana. Avevo dimenticato quanto fosse divertente e stimolante questo straordinario metodo. È una gioia ritrovarmi con deliziosi bambini che assorbono Hocus&Lotus comespugnette!
In che modo l'incontro e re-incontro con il metodo ha cambiato la tua vita?
Soprattutto questa rinnovata DinoEsperienza mi ha fatto riflettere sui problemi con cui i ragazzi italiani si confrontano a tutti i livelli.Purtroppo raramente si prosegue con la metodologia Hocus&Lotus nella scuola primaria, tralasciando l'importanza della pratica nell'apprendimento di una lingua viva e presente.Molto più spesso accade che se chiedi a un bimbo della classe quinta “How old are you?” probabilmente lui risponderà “I’m fine”.E se chiedi “How are you?”, ti risponderà “I’m ten years old”.La comunicazione in inglese è fortemente impedita a causa dai programmi in vigore che non tengono conto dei progressi che hanno fatto la psicologia cognitiva e le neuro-scienze.
Di cosa non tengono conto i programmi ministeriali secondo te?
Anni fa insegnavo inglese anche alla Università della Terza Età di Orbetello. I miei studenti erano prevalentemente ex professori di scuola. Quelli che trovavano maggiori difficoltà erano i matematici perché non riuscivano a concepire l'anarchia della lingua inglese. Alla fine ho provato a sottoporre loro la prima storia di Hocus&Lotus ed è avvenuto un miracolo: hanno capito ... e insieme a loro anche io ... che l’apprendimento di una lingua non passa sempre per la corteccia frontale. Abbiamo capito che ‘vivere’ la situazione è uno strumento didattico vincente a tutti i livelli per superare le insidie di questa meravigliosa ma folle lingua che è l’inglese.
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