venerdì 11 aprile 2025

Un po' di ...gogia! (tra pedagogia e androgogia)

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Che cos'è la ...gogia?

Insegnare ai bambini, agli adolescenti e agli adulti non è la stessa cosa e proprio per questo non si applica la stessa pedagogia, infatti per gli adulti applichiamo quella che oggi viene chiamata "androgogia".

Vi scrivo due righe, in modo che vi sappiate orientare anche voi genitori nella ricerca di un insegnante. Quando si insegna ad una persona adulta, e con un po' di fortuna, anche a qualche adolescente responsabile, si guida una persona responsabile e consapevole della propria formazione, un bambino spesso è costretto, o direzionato, dai genitori e di certo non si sente responsabile, va stimolato quindi verso l'interesse oltre che verso l'apprendimento della materia.  Con questo non voglio dire che con i bambini dovete usare toni alti e bassi, giocosi, allegri e coinvolgenti e con gli adulti potete fare lezioni noiose, monocorde e senza vibrazioni. Voglio solo dire che gli adulti arrivano al corso predisposti a farsi coinvolgere.

I bambini sono molto attratti da vicende e mondi fantastici dove loro possono immedesimarsi con i protagonisti e il movimento li aiuta a vivere queste storie, perdendosi nel loro egocentrismo apprendono giocando e senza stress da prestazione. L'ansia da prestazione sta tornando di moda a mio avviso, sembra quasi che abbia più valore il corsivo o la conoscenza esatta di nozioni temporali e nominative che la formazione di adulti responsabili, attenti, consapevoli e capaci di scelte e responsabilità. Come se una data di nascita di un autore non fosse possibile trovarla su qualche enciclopedia, anzi quasi quasi andiamo a cercare la consapevolezza sull'enciclopedia. Poi ci chiediamo perché torna di moda la violenza. Gli adulti acquisiscono meglio una lingua se questa è vicina alle loro esperienze passate, ai loro desideri e al loro obiettivo, quindi un attrazione molto più realistica, storica, terrena.

Anche gli obiettivi dei corsi sono diversi, gli adulti hanno spinte motivazionali e obiettivi da raggiungere legati alla loro attività professionale, a un viaggio che devono intraprendere, a una ricerca per un articolo ... tutti obiettivi che si possono concordare direttamente con il discente. I bambini, e purtroppo spesso anche gli adolescenti, non hanno obiettivi chiari e precisi, di solito non hanno proprio obiettivi e questi vanno spesso concordati con la scuola o con il genitore e, ahinoi, capita che non corrispondano con gli interessi dei discenti.

Il mio ruolo nei confronti di un adulto è più vicino al mio essere coach, guida di un adulto che approccia ad un percorso di apprendimento in modo consapevole e responsabile, metto a sua disposizione i miei strumenti per farne i suoi, e lo guido verso un suo percorso di apprendimento. Il bambino ha bisogno di un vero Maestro, che lo guida pezzetto pezzetto ad acquisire strumenti non solo linguistici ma anche del significato di comunicazione, di parola, di verbo. In adolescenza avviene di solito, ma non sempre, il passaggio dall'uno all'altro tipo di apprendimento.

Buon lavoro a tutti: professori, genitori e discenti.

lunedì 1 luglio 2024

Torino

Torino is a city of enormous squares. Just a tour of these squares is enough to see how much such a beautiful city has: monuments, attractions, ancient buildings. 
It is no coincidence that Piazza San Carlo is called "The Tea Room of Torino". 
Torino is so Italian in its history, a motherland of work and conflicts between North and South citizens until it finds a possible dimension. It is also so European, with its galleries covered with glass that illuminates them, and the various cafes and restaurants inside reminiscent of the passages Parisien: Galleria Umberto I, Galleria San Federico, Galleria Subalpina. 

The enormous Mole that stands out over the whole city is a grandiose sight that will leave you in awe.
The Egyptian Museum, a seventeenth-century marvel housed in the Palazzo dell'Accademia delle Scienze, is a treasure trove of history and the second most important Egyptian museum in the world after the one in Cairo.

Torino is the city that knew France before starting the Unification of Italy; it knew Napoleon Bonaparte, Vittorio Emanuele I, and Vittorio Emanuele III. It is a city of Celtic origin, razed to the ground by Hannibal and rebuilt by the Romans. 

Rebuilt is an important word when you think of Torino. Nothing stopped it; it always rose from everything, which is a testament to the resilience and determination of its people.

On 17 March 1861, Torino became the capital of Italy, the first capital of the Kingdom immediately after Unification.
Italy was then a Monarchy, so Torino has monuments, buildings, and symbols of an imperial nature.
In 1865, Torino lost the honour of being the capital of Italy. The city is always ready to start again, so it became crucial in under twenty years. Industrial, it promoted electricity, encouraging a fast and entrepreneurial mentality, so it became the promoter of various manufacturing: food, insurance, and petrochemical industries. These industries today promote culture and knowledge by telling their stories and creating museum spaces.

La Cappella della Sindone of Torino, a baroque masterpiece by Guarino Guarini, has been a UNESCO World Heritage site since 1997.

There is a lot to see: Parco Valentino, situated in the green heart of the city; the Royal Museums; the Consolata Sanctuary (the Church of Santa Maria della Consolazione); the Basilica; the Duomo; Villa delle Regine; Piazza Castello, with its typical porticoes; and the Royal Palace, located in the centre of the square.

You have to stay for at least three nights in Torino. Let me know when you want to go, and I'll help you find what you need to sleep and get around to.Please write to me at s.corridoni@gmail.com

Enjoy our industrial city.

Torino

Torino, la città dalle immense piazze. Solo un giro tra le piazze di Torino è sufficiente a vedere quanto può portare con sé una città così bella: monumenti, attrazioni, palazzi d’epoca. Non a caso, Piazza San Carlo è detta “Il salotto di Torino”. Torino così Italiana nella sua storia, madre patria di lavoro e scontri tra i cittadini del Nord e del Sud, fino a trovare una dimensione possibile. Torino è così Europea con le sue gallerie ricoperte da vetri che le illuminano, con i vari caffè e ristoranti al loro interno, ricordano i passaggi parigini, les passages parigine: Galleria Umberto I, Galleria San Federico, Galleria Subalpina. La enorme Mole che spicca su tutta la città, grandiosa.

Il Museo Egizio di Torino, ha sede nell’edificio seicentesco di Palazzo dell’Accademia delle Scienze ed è il più importante museo egizio del mondo dopo quello de Il Cairo.


Torino è la città che ha conosciuto la Francia prima di dare l’avvio all’unità di Italia, ha conosciuto Napoleone Bonaparte, Vittorio Emanuele I e anche Vittorio Emanuele III; una città di origine celtica, rasa al suolo da Annibale, ricostruita dai romani … ricostruita, è una parola importante se si pensa a Torino. Nulla l’ha fermata, è sempre risorta da tutto, un pezzo forte che mostra il carattere deciso degli italiani.


Il 17 Marzo 1861 Torino diviene capitale d’Italia, la prima Capitale del Regno subito dopo l’Unificazione.

L’Italia era allora una Monarchia e, per questo motivo, a Torino si possono trovare monumenti, edifici e simboli di carattere imperiale.

Quando nel 1865 a Torino fu tolto l’onore di essere capitale d’Italia, la città si rimboccò le maniche e divenne in poco meno di un ventennio, una importante città. Industriale, promuove l’energia elettrica favorendo una mentalità rapida e imprenditoriale, così a seguire Torino si fa promotrice di varie industrie manifatturiere, alimentari, assicurative, petrolchimiche. Queste industrie oggi promuovono la cultura e la conoscenza raccontando la loro storia e creando spazi museali.


la Cappella della Sindone di Torino, un capolavoro barocco di Guarino Guarini, dal 1997 patrimonio mondiale UNESCO. 


Parco del Valentino, cuore verde della città, i Musei Reali, il Santuario della Consolata (la Chiesa di Santa Maria della Consolazione), la Basilica, il Duomo, Villa delle regine, Piazza Castello con i caratteristici portici torinesi e il Palazzo Reale, situato al centro della piazza. 


I Musei Reali di Torino sono una della attrazioni più importanti del capoluogo piemontese. Su una superficie di oltre 3.000 metri si snoda un percorso, anzi un vero e proprio tuffo, nella storia di Torino, dell’Italia e del mondo. Al loro interno, i Musei Reali ospitano: l’Armeria Reale, la Biblioteca Reale, il Palazzo Reale, la Galleria Sabauda, il Museo Archeologico, i Giardini Reali e le Sale Chiablese dove si svolgono spesso interessanti mostre temporanee.


Non si può non sostare almeno 3 notti a Torino, ditemi quando volete andarci e io vi aiuto a trovare quanto vi occorre per dormire e girare.

Scrivetemi a s.corridoni@gmail.com 


Godetevi la nostra città industriale

Rome

Rome is the eternal city; it has been described by writers, poets, songwriters, painters, and sculptors for this reason, for the sparkle of the moon that makes us fall in love, for the Tiber with its Isola Tiberina and the Broken Bridge (Ponte Rotto), which have been there since the city's beginnings. The Imperial Forums (Fori Imperiali) and Ostia Antica archaeological site give us the pleasure of walking on the streets built by the ancient Romans, the most skilled builders in the world.


In Rome, you can stop for months, for years, to study art history; everyone has passed through Rome. You can walk, and in every corner you turn, you find yourself in the times of Romulus and Remus, of Caesar, of the Borgias, of Fascism, an immense town that hosts the Vatican City with its churches and the magnificent Vatican Museums.


Speaking of museums, Rome also has many. Just think of the Capitoline Museums, Galleria Borghese, Palazzo Barberini, National Gallery of Modern Art, Ara Paris, and Museum of Civilizations.


When looking at the monuments that never have a single true father and never belong to a single historical period, think of Castel Sant'angelo's history and the Fori Imperiali's splendour, especially during the night with the magical illuminations that point to them. Everyone loves the young and chatty walks in Trastevere, Piazza Navona, showing us the disputes between Bernini and Borromini and the more modern fire eaters, giving us a magic atmosphere while waiting for the old Befana. 


The Roman fountains carry a thousand stories and come from a thousand historical periods; who wouldn't want to bathe on the night of August in the water of the Barcaccia or at the Fontanone or the Trevi Fountain. I would like to, but please don't do it; it would mean destroying them.


Who needs to learn what the Colosseum is like? "Er cuppolone" from the Gianicolo, and on a sweltering summer evening, you go up there to get some fresh air and watch the magic of Rome.

What do Romans love? Being outside, chatting, laughing, joking, hugging each other but not letting anyone think that they are not excellent workers, ours is a large city, rich and poor, cultured and ignorant, complete and never empty, violent and calm but always present and well educated.

Also, it is polite during the significant cultural events it hosts, such as the May 1st concert for workers. The concerts at the Circo Massimo are a great effort, but what a thrill. Remember when, after the pandemic, Måneskin reopened the doors of live concerts right at the Circo Massimo? The summer theatrical shows are where you sit on the big stone steps of the Theater of Ostia Antica or in Caracalla.


Rome must be explored during the day and at night, listened to, and visited in every season. If you tell me what you would like to see in Rome, I will help you find what you need to sleep and get around. 

Please send me an email at s.corridoni@gmail.com. 


Enjoy our eternal city.

Roma

Roma è la città eterna, è stata descritta da scrittori, poeti, cantautori, pittori, scultori … per questo, per il friccico di luna che ci fa innamorare, per il Tevere con la sua Isola Tiberina e il Ponte Rotto, che sono là dagli albori della città. I Fori Imperiali e gli scavi di ostia antica, ci concedono il sapore di passeggiare sulle strade costruite dagli antichi romani, i più abili costruttori al mondo. 


A Roma ci si può fermare per mesi, per anni, solo a studiare storia dell’arte, tutti sono passati per Roma. Potete camminare e in ogni angolo che vi girate vi ritrovate ai tempi di Romolo e Remo, di Cesare, dei Borgia, del Fascismo … una città immensa che ospita la Città del Vaticano con le sue chiese e i magnifici Musei Vaticani.

A proposito di musei, a Roma abbiamo molto anche in questo settore, basti pensare ai Musei Capitolini, Galleria Borghese, Palazzo Barberini, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Ara Paris, Museo delle Civiltà. 


Le trasformazioni nella storia della città, delle persone, di ogni cosa.Tutto attraverso uno sguardo ai monumenti che non hanno mai un solo vero padre e non appartengono mai a un solo periodo storico, basta pensare alla Storia di Castel Sant’angelo, allo splendore dei fori imperiali soprattutto durante la notte con le magiche illuminazioni che li puntano, alle passeggiate giovani e chiacchierone di Trastevere, a Piazza Navona che tra le dispute tra Bernini e Borromini e i più moderni mangiatori di fuoco ci fa compagnia aspettando la vecchia befana romana, le fontane romane portano mille storie e provengono da mille periodi storici, chi non vorrebbe bagnarsi la notte di ferragosto nell’acqua della Barcaccia, al Fontanone o a Fontana di Trevi … vorrei anche io ma per favore non fatelo, significherebbe distruggerle. 


Chi non sa come è fatto il Colosseo, er cupolone visto dal Gianicolo quando la sera estiva e caldissima si va lassù a prender fresco, a guardare la magia di Roma e a fare due chiacchiere tra amici.

I romani amano stare fuori, chiacchierare, ridere, scherzare, abbracciarsi ma che non si pensi che non sono ottimi lavoratori, la nostra è una città grande, ricca e povera, acculturata e ignorante, piena e mai vuota, violenta e pacata ma sempre presente e ben educata.

Educata anche durante i grandi eventi culturali che ospita come il concerto del 1° maggio per i lavoratori, i concerti al Circo Massimo sono una grandissima fatica ma che emozione, ricordate quando dopo la pandemia i Måneskin riaprirono le porte dei concerti live proprio al Circo Massimo? Gli spettacoli estivi seduti sui gradoni del Teatro di Ostia Antica o a Caracalla.


Roma va girata di giorno e di notte, va ascoltata, va visitata in ogni stagione e se mi dite cosa vi piacerebbe vedere a Roma, io vi aiuto a trovare quanto vi occorre per dormire e girare. Scrivetemi su s.corridoni@gmail.com 


Godetevi la nostra città eterna

giovedì 7 dicembre 2023

Taccio, o meglio, mi taccio

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Sempre più spesso sento dire che "mi taccio" non si deve dire perché tacere non è un verbo intransitivo, quando poi lo sento dire da professori di scuola mi si accappona la pelle. Esistono professori che non tollerano i DSA, li trattano come imbroglioni e poi, parlano di verbi come fossero pesce che si vende al mercato al peso, con rispetto per i pescatori.

Riporto direttamente dal sito de la Crusca la differenza tra Taccio e Mi Taccio e chiedo gentilmente, a chi di dovere, di tacere o pensare prima di parlare:

L’azione espressa dai verbi transitivi pronominali non ricade direttamente sul soggetto, ma rimane nella sua sfera d’influenza; il pronome atono non costituisce l’oggetto ma un complemento indiretto (per es. mi chiedo se fosse la cosa giusta; mi lavo le mani). In questi casi il pronome rappresenta un complemento di termine, il complemento oggetto è espresso e indica ciò che nell’azione si svolge nella sfera del soggetto.


Nei verbi pronominali intensivi, invece, il pronome non è indispensabile: non modifica il significato del verbo, è usato soltanto per enfatizzare l’intensità (anche emotiva) della partecipazione del soggetto all’azione (per es. mi bevo un bicchiere di birra). L’italiano ricorre a quest’uso per esprimere le funzioni di una diatesi, quella media, assente nella nostra lingua (ma presente in altre, per esempio il greco). La diatesi media indica intatti “una più intensa partecipazione del soggetto all’azione, che resta nella sfera del soggetto stesso” 


Tacere deriva dal latino tacēre, che poteva essere sia transitivo sia intransitivo. I principali dizionari italiani registrano tanto l’uso transitivo quanto l’uso intransitivo di tacere; il GDLI e il GRADIT qualificano tacersi come intransitivo pronominale.


L’oscillazione dell’uso tacere/tacersi è molto antica e ben presente nella lingua letteraria: abbiamo esempi di tacersi, tra l’altro, in Bono Giamboni (Fiore di rettorica: “Anche mi taccio la codardia che facesti quando fosti gonfaloniere”)


In conclusione, le forme taccio e mi taccio sono da ritenersi entrambe corrette, ma nell’uso attuale la prima predomina largamente, mentre la seconda sembra un arcaismo, volutamente esibito.


Mi pare di capire che serve un'alta conoscenza della lingua italiana per usare tacersi al posto di tacere, e qui mi taccio.

https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/rispondo-e-poi-taccio-o-mi-taccio/1178

sabato 2 dicembre 2023

Parole: dire, amare, baciare

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La parola. In fondo in fondo, noi siamo frutto delle parole. 

Ho iniziato questo blog parlando di libri per bambini, di fantastici albi illustrati, di parole. 
Ho proseguito parlando di apprendimento linguistico, che avviene attraverso le parole, che formano le storie. Quelle vere e quelle inventate.
Le parole, dipende come le pronunciamo, come le raccontiamo, come le ascoltiamo. 
Qualche volta ho accennato al fantastico mondo del teatro, citando anche qualcosa: parole. 
Ho parlato dei miei pensieri, del mio modo, del mio metodo educativo. Tutto, proprio tutto, attraverso le parole.
Sono le parole che coinvolgono, che attirano l'attenzione, che contraddistinguono un pensiero da un altro. 

Dietro tutte queste parole c'è un piccolo segreto del quale non si parla mai, un filo rosso, un tratto distintivo che lega un pensiero all'altro, anche quando sembrano slegati, anche quando sembrano trattare argomenti diversi. 
Dietro tutte queste parole ci siamo noi, le persone, consapevoli oppure no, ma comunque tutte persone che si mettono in luce, o in ombra, attraverso le parole guidate dalle personali intenzioni. 
Ebbene si, questo è il mio credo. 
Dietro ogni parola c'è un'intenzione in luce e una in ombra, quando si è fortunati coincidono. 

Spesso, troppo spesso, si mente a se stessi sulle proprie intenzioni, sembra quasi un cercare già la giustificazione per liberare l'intenzione in ombra. 
Le intenzioni sono come le passioni, accomunano le persone ma le passioni si condividono a voce alta, le intenzioni a voce bassa. 
Che meraviglia quando scopri le tue stesse intenzioni e le prendi in mano, le comprendi, le scegli o le riponi. 
Che intesa quando le liberi e condividi con qualcuno, si sente subito l'intimità del segreto.

Segreto fino ad un certo punto, perché poi quello che succede è che passioni e intenzioni, sono strettamente correlate alle emozioni, le quali sono come le malattie esantematiche, si trasmettono anche senza volerlo, con un gesto, con uno sguardo, con l'inclinazione della testa o dell'angolo della bocca, con la direzione del piede o con un brivido improvviso. 

Ecco che le parole sono il tratto distintivo tra l'uomo e la bestia. Se conosci le parole sai dire quando stai male, sai farti curare da un medico, sai farti aiutare da un avvocato o da un commercialista, sai ascoltare e domandare a un professore, sai parlare ad un amico o a un nemico.

Le parole distinguono anche le persone che vivono nell'amore, da quelle che vivono nell'odio. Le persone curiose e vive da quelle apatiche e appiattite. 
Le parole molto spesso sono pensiero poetico, artistico, creativo. 
Un ponte tra un pensiero e un altro, un legame tra le esperienze, tra le conoscenze, tra i desideri.

Buone chiacchierate a tutti
Con amore
Silvia

giovedì 23 marzo 2023

L'apprendimento è un percorso di vita e non un metodo

Dove nasce l'insegnamento delle lingue? Socialmente nasce dalla esigenza più o meno viva, in base al periodo storico, di comunicare con altre popolazioni. Non solo nasce dall'esigenza di comunicare, ma dal desiderio di farsi comprendere e di comprendere. 

Didatticamente? 

Didatticamente sono stati i filosofi i primi a parlare di insegnamento (o apprendimento), poi ciascuno ha preso la sua via e per le lingue sono arrivati i letterati che studiavano le lingue nobili, poi diventate antiche: il latino, il greco antico, l'aramaico. Anche in questo caso poi si sono divisi i compiti, chi studiava l'evoluzione delle parole e delle frasi ad esempio da un punto di vista fonetico (i filologi), quante volte ci siamo chiesti come mai alcuni usano PH e alcuni usano F per emettere lo stesso suono? Chi studia spagnolo ha di certo notato che le parole che in spagnolo terminano in DAD, spesso in italiano terminano in TÀ. Come sono avvenuti questi cambiamenti, chi discende da chi? Chiaramente si rimane in ambito antico in questo caso. Altri, i linguisti, studiavano la struttura della lingua in modo scientifico, la grammatica è il loro pane quotidiano e nessuno conosce una lingua se non ne conosce la grammatica, secondo loro. Più il meccanismo del globalismo avanzava, più ci si rendeva conto che la grammatica di una lingua non è sufficiente a comunicare, a questo punto si comincia a studiare diversi metodi di insegnamento e arriva la glottodidattica, ovvero la scienza della didattica della lingua. Per parlare di metodi di insegnamento, bisogna riflettere sui metodi di apprendimento, a questo punto nasce la riflessione metalinguistica, ovvero la riflessione sulle capacità innate di ciascuno di apprendere, scopriamo che sono tante e diverse, una grande rivoluzione che si accorge dei disastri indotti in quelle persone alle quali si pensava di plasmare il cervello attraverso l'insegnamento (in sendo educativo e positivo, pensavano) per poi accorgersi che, in realtà, l'apprendimento dipende dal tipo del soggetto che apprende e, ovviamente, dalla grandezza del maestro capace di diversificare la sua metodologia, ovvero la sua attitudine. In questo periodo sentiamo parlare di cambiamento, non più memorizzazione, grammatica, regole a memoria e induzione del comportamento (finalmente!), ma creatività, stimolo, curiosità, dialogo, riflessione. Se i nostri antichi letterati avevano lasciato la via lenta della riflessione dei filosofi, arrivando piano piano alla via della regola senza riflessione e della velocità dei linguisti, piano piano ci si sta di nuovo rivolgendo alla lentezza, alla riflessione dialogica con un pizzico di creatività e digitalizzazione (per rispetto della nostra evoluzione). A questo punto siamo arrivati a valutare le diverse modalità di apprendimento dei singoli studenti, i cosiddetti DSA. Che non sono scimmie incapaci di proferire parola o di pensare; al contrario sono persone, forse un po' vivaci e allegre (in fondo vivere è bello), estremamente intelligenti che sviluppano un canale piuttosto che un altro, anche se tristemente alcuni ancora li considerano di seconda classe. 

Ma in fondo di che ci meravigliamo? Ci sono persone che amano più gli animali che le altre persone, dicono perché gli animali sono più buoni e certamente giustificando con la loro inferiorità mentale il fatto che a volte aggredisscono o mordono ferocemente le persone, o i gatti o altri animali, con rispetto parlando per gli animali, perché anche loro meritano di vivere dignitosamente ma far vivere un cane o un gatto da uomo? Vi piacerebbe vivere da cane o da gatto, dovendo reprimere voi stessi? Quando chiedete al vostro cani di venire a tavola con voi, vi siete chiesti se voi vorreste mangiare nella ciotola del cane stando a quattro zampe? Qui sfociamo nel dibattito tra amore - possesso - egoismo ma non è il post adatto.

L'ultima riflessione degna di nota, soprattutto rispetto agli evoluti DSA, riguarda il fatto che a dispetto di quelli che pensano che il DSA ha un malfunzionamento cerebrale, inteso proprio come incapacità, pensate che un DSA, con bravi professori, può laurearsi e diventare scienziato, chirurgo, avvocato, addirittura premio nobel; al pari di un non-DSA (che sembra abbia l'accezione di normo-dotato) può rimanere ignorante, incapace di scrivere una lettera all'agenzia delle entrate, incapace di fare due calcoli a mente ma anche con la calcolatrice, incapace di apprezzare un viaggio o un'opera d'arte se posto in mano a professori incapaci e incompetenti. Se riflettete su questo capite che l'insegnante assolutamente non può cambiare il carattere, l'indole e il modo di apprendere di un ragazzo, ma può fare la differenza nella sua vita, ancora una volta l'arduo compito del professore di arrivare al cuore di ongi studente, con amore si intende, anche se punire, mettere a tacere e stimolare è più a portata di mano.

A questo punto vi parlo del mio metodo di insegnamento, visto che voi che mi seguite lo fate per ciò che insegno, altrimenti vi annoiereste a morte. Sicuramente il mio metodo di insegnamento ha origini nell'approccio formalistico perché da là venivano i miei professori.

Ma quella gocciolina lasciata da quella signora che in 1^ elementare veniva a scuola il sabato e ci diceva: con me fate due chiacchiere in inglese, roba semplice. 
La lingua, la grammatica, la studierete a partire dalle scuole medie con veri prof. di inglese.
Era là che il cambiamento nasceva.

Poi, quelli della mia generazione, siamo passati per la naturalizzazione dell'apprendimento. Roba meno semplice per l'insegnante, che doveva scender di cattedra e stabilire con i discenti una relazione linguistica: un dialogo. Un dialogo dapprima guidato, che inducesse grammatica; poi aperto, che la grammatica la si intuisse.

Così via, fino ai metodi del canale multiplo, ai viaggi di studio, agli scambi di opportunità.
Ma c'è ancora qualche persona vecchio stampo che mi dice di no, che bisogna studiare la grammatica per imparare la lingua, altrimenti nemmeno si riesce a parlare, ovviamente molto dipende dal discente, si può parlare senza sapere la grammatica, scegliendo un posto di lavoro dove non serve saper parlare correttamente, senza accenti e senza errori. Ad esempio un meccanico non è costretto a studiare dizione, mentre un doppiatore che non conosce la dizione difficilmente lavora, ma non è costretto a conoscere le forze meccaniche.

Tornando all'argomento principale, a mio avviso, tutti questi metodi e credenze pedagogiche sono legate a un sottile, inspiegabile, filo invisibile: la relazione positiva tra un docente e il suo discente, inevitabilmente se stessi, i propri confini, la consapevolezza dell'essere e la scelta responsabile di ciò che si fa e si dice, almeno quando si insegna. Sicuramente se il percorso di apprendimento è positivo, è anche di successo, altrimenti è finalizzato a superare lo scoglio degli anni scolastici e spesso decade appena lasciate le aule. 

Questo il mio invisibile percorso di formazione umano-pedagogica. 
Buona apprendimento a tutti.
Con affetto anche a chi mi critica.
Silvia


mercoledì 4 gennaio 2023

Ricordi della Befana

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Anche il 2023 inizia con l’attesa della vecchia Befana e qualche altra cosuccia imprevista da sbrgare. Se fossi io la Befana direi: "Ops, si è arruginata la scopa, devo andare più piano rispetto allo scorso anno". Ma di certo non può rallentare la Befana.


Ancora ricordo da bambina le notti insonni per spiare chi fosse quella vecchia dal naso brutto e storto che arrivava a casa mia per lasciare la calza. All’epoca la vecchia, d'accordo con mia madre, usava la mia calza e io mettevo da parte quelle più lunghe che avevo. 

Ritenevo ingiusto che, essendo la più piccola, io dovessi avere calze più piccole.

Poi sono diventata mamma e ho avuto il piacere di conoscere di persona la Befana, quante risate ci siamo fatte insieme. Ma è un segreto da mamme.


Nella mia calza di bambina, c’erano sempre tante caramelle e cioccolate, perché ero tanto buona. 

Nelle calze di tutti noi bambini buoni, c’era sempre, però, anche del carbone, affinché ci chiedessimo dov’era la nostra cattiveria. Perché non penserete davvero di esser tutti buoni, vero?


L’attesa iniziava il 1 dicembre, quando si montava l’albero e anche il presepe. 

Perché il Natale è un momento di doni e i doni, si sa, ai bambini piacciono tanto. 

Il Natale, però, è anche un momento di rinascita ed è il buon Gesù, anch'esso vecchietto ormai, che ce lo ricorda. 

Così, quando io ero bambina, nessuno poteva aprire i regali se prima non fosse arrivato il bambinello nella mangiatoia. 


Il bambinello, all’epoca, era staccato dalla mangiatoia. 

Oggi, vista l’importanza dei regali di Babbo Natale, il bambinello sta incollato alla mangiatoia, giusto per non perderlo del tutto. 

Sai che smarrimento povero Gesù nel mondo di oggi?


Mentre attendiamo tutti l’arrivo della vecchia Befana, vediamo correre dietro la scia di una cometa i re Magi, anche loro vecchierelli e affamati. 


Arrivano la notte precedente quella della Befana, per ricordare che i doni si prendono ma anche si fanno, per ricordare la gioia e la volontà di andare a salutare chi sorge alla vita, per ricordare che tendere una mano a un bambino non è peccato e non è sacrifico, ma solo amore per la vita.


Leggero 2023 a tutti



domenica 1 gennaio 2023

Buon 2023

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Carissimi amici,


Come dice una mia cugina romana, il 2023 è l’anno della fortuna (a Roma si dice da sempre 23 aiutame te). In effetti tutti noi speriamo che il 2023 sia un anno fortunato, la speranza di tutti (o quasi) è che la guerra abbia fine, che ognuno possa trovar una vita degna di diritti, igiene, istruzione, lavoro, che nessuno debba più morir per mare inseguendo una speranza di vita. Questi, però, sono pensieri che percorriamo più volte l’anno, non possono esser ridotti ad un augurio di inizio anno. 


Sono gli obiettivi dell’ONU e di tutte le organizzazioni a seguire, dovrebbero essere i propositi di ogni buon governo. Ciascuno di noi si sente bene se viene accolto, apprezzato, valorizzato e se ha il permesso di sbagliare.


Nell’augurar un felice anno nuovo, io di sollito cerco qualcosa di più leggero, perché in questi ultimi anni della leggerezza ho fatto il mio stile di vita. 

Una leggerezza che non va confusa con idiozia o pressapochismo, una leggerezza che non va intesa con un parliamo solo di cose belle e faccaimo finta che le brutte non esistono. Non per niente quando si ha un problema, il parlarne alleggerisce l’animo. Una leggerezza esplicitata nella voglia di dare il giusto peso alle cose, di guardare sempre col sorriso anche chi in te cerca perennemente l’errore. 


Io ho una grande fortuna, non ho mai perso il contatto con la bambina che sono stata, con la sua voglia di genuità, di risate sincere, la sua curiosità verso il mondo, la passione per le maschere, le feste, i viaggi, i giochi all’aria aperta e i giochi da tavoa con gli amici.


Purtroppo molti vedono i bambini come qualcosa che sta crescendo per diventare adulto, non persone, non capaci di intelligenza o leggerezza.

Spesso vengono considerati più sciocchi che leggeri.

Io, invece, considero i bambini estremamente intelligenti ma con poca conoscenza del nostro modo di affrontare la vita. 


Loro sono primordiali e in contatto con la vita primordiale, sanno crescere, imparare, osservare, carpire, tutte cose che noi adulti facciamo solo attraverso i filtri che abbiamo scelto di indossare durante la nostra vita. 

I bambini no, riconoscono l’essenziale della vita.


Il mio augurio di leggerezza per questo nuovo anno va a tutti quegli adulti che hanno perso il contatto con il bambino che sono stati, che il 2023  li aiuti a tornare a guardare il mondo facendo un po’ di pulizia dai pregiudizi che nella vita sono cresciuti nei loro animi nascondendo il loro Io-bambino. 

Auguro a tutti gli adulti di prendere consapevolezza del fatto che se i bambini sono felici da piccoli, costruiranno un mondo felice, speriamo in una felicità fatta anche di buoni principi e non solo di buoni soldi. 

Un augurio a tutti i bambini del mondo affinché possa ciascuno di loro avere un futuro dignitoso, degno e accogliente, senza guerre né violenza.


Buon 2023 da SilviaC.

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Dearest friends, As a Roman cousin said, 2023 is the year of luck. We all hope that 2023 will be a lucky year; the hope of everyone (or almost) is that the war will end, that everyone can find a life worthy of rights, hygiene, education, and work, and that no one has to die anymore in the sea pursuing a hope of life. These, however, are thoughts that we travel several times a year; we cannot reduce them to a light wish for the beginning of the year. These are the objectives of the UN and all the correlated organizations. They should be the intentions of every good government. We all feel good in a welcoming world, being appreciated and valued. In wishing a happy new year, I usually look for something lighter because, in recent years, lightness has made my lifestyle. A lightness that shouldn't be confused with idiocy or carelessness, a lightness that shouldn't be replaced with a let's talk about beautiful things and pretend that ugly things don't exist. When you have a problem, talking about it lightens your soul. The lightness to give the proper importance to things, and look at the word with a smile, even when it is not so lovely. I am fortunate; I have never lost touch with the little girl I was, with her desire for genuineness, sincere laughter, her curiosity about the world, her passion for masks, parties, travel, outdoor games and board games with friends. Unfortunately, many see children as something, not a person, that is growing to be adults, incapable of intelligence or lightness. They are often considered more silly than light. On the other hand, children are intelligent but with little knowledge of our way of coping with life. They are primordial and in contact with primordial life. They know how to grow, learn, observe, and understand all things that we adults do only through the filters we have chosen to wear during our lives. Not children; they recognize the essentials of life. My wish of lightness for 2023 is for adults who have lost contact with the child they have been with. May 2023 help them return to looking at the world by cleaning up the prejudices they have grown up in life in their souls by hiding their child-ego. I wish all adults to become aware that if children are happy as children, they will build a happy world; let's hope for happiness made up of human principles. Best wishes to all the children of the world so that each of them may have a dignified, worthy and welcoming future without wars or violence. Happy 2023 from SilviaC.