venerdì 23 aprile 2021

Arte, sport e natura per il progetto GenesItalia

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So già che con questo post mi farò dei nemici, ma lo sento troppo vivo questo pensiero e lo voglio condividere.

Nella 3^ edizione del Giornale del Bosco, aderendo all'obiettivo 3 - Vaccini e pandemie - del progetto dell'ONU Agenda 2030, i giornalisti hanno pubblicato un articolo sulla storia delle pandemie, andrebbe letto perché non credo che tutti abbiano consapevolezza che la pandemia si ripete con una certa frequenza nel tempo. In fondo, a pensarci bene, virus e batteri sono più o meno state le prime forme di vita e con ogni probabilità saranno anche le ultime. Se un pochino seguite le ricerche che ESA conduce su Marte, vi accorgerete che tra le altre cose, cercano di capire se ci sono forme di vita, se ci sono state e se ci potranno essere, ma quando parlano di forme di vita autoctone, si riferiscono a microrganismi, non a marziani che hanno all'incirca le nostre sembianze. Dunque io non scherzerei con la pandemia, anzi sono dell'idea che bisogna usare ogni precauzione e forma di prevenzione, ma ero di questa idea anche prima della pandemia.

Ma cosa succede che rende tutti veramente inquieti? A parte la paura del virus, di stare male, di morire (che non è poco) o di perdere qualcuno, mi sono chiesta perché tanta confusione? A farmi riflettere è stata la lettera che ha scritto l'altro giornalista del progetto ONU, parlo sempre dello stesso obiettivo. Una lettera in cui si legge apertamente la sua fatica, la sua stanchezza, il suo desiderio di comprendere, di poter credere. Ma certo, questi ragazzi hanno bisogno di credere che ce la faranno, che c'è un futuro e che andare avanti ha un senso. Perché si sta perdendo questa fiducia verso il futuro, ma a dirla tutta a volte anche verso il presente? Cosa ci manca?

Sicuramente gestire il mondo durante una pandemia non è semplice. Io, lo confesso, non ho mai amato i politici. È un lungo percorso di crescita e di solito quando arrivano veramente a comprendere il senso della vita e della politica che dovrebbe accompagnarla, è tardi. Al di là del mio pensiero filosofico che lascia il tempo che trova, io non ho mai sopportato neanche le critiche fine a se stesse. Critico l'altro per dimostrare che io sono migliore, che brutto gioco. Devastante! (Infatti se guardiamo il mondo, è devastato).

Ci ho riflettuto proprio a seguito degli articoli scritti dai giornalisti del Giornale del Bosco, complimenti ragazzi, bravi. Che cosa hanno fatto di veramente importante questi piccoli giornalisti? Hanno dimostrato che loro vogliono andare avanti, nonostante le difficoltà e la pandemia, vogliono camminare verso il futuro e non possono fermarsi a cercare una via per evitare la vecchiaia, sono pronti al nuovo, alla rinascita, al rinnovarsi ... ma non sanno bene dove aggrapparsi. Infatti, sento ancora discutere di scuola corsivo si e corsivo no, perché il corsivo sviluppa personalità, sviluppa creatività, sviluppa la manipolazione fina ... ma che vuol dire? Attenzione, io ritengo il corsivo importante e non vi vorrei rinunciare, ma ho la sensazione che si discute della cosa sbagliata. Non leggo mai sui giornali o sui social domande tipo: ma di che hanno bisogno i ragazzi in questo momento per diventare comunque futuri adulti sani, sereni, non violenti e competenti? Sento tante parole su quanto la scuola dovrà recuperare del programma perso, ma perso rispetto a che cosa? Qual è l'obiettivo che si ha in mente quando si parla di programma perso? Dove lo hanno perso? Che cosa hanno realmente perso? 

Vi immaginate che disastro quel bambino di 5^ elementare che non ha capito la divisione a 2 cifre con il resto maggiore del divisore? Un vero disastro per il suo futuro da insegnante di nuoto. Se poi qualcuno non ha capito cosa vuol dire quello che ho scritto e sottolineato lo può mettere nei commenti del blog, cercheremo insieme la risposta.

Vi immaginate quel bambino di 4^ elementare che è lento a scrivere il corsivo? Scuola oggi si, oggi no, oggi si ... ma quando è si, deve stare 5 ore con la mascherina, fermo al banco e scrivere tutto quello che la maestra spiega, per recuperare la velocità del corsivo che sviluppa la creatività, che sarà a base per il suo futuro di programmatore-sistemista o di cassiere del supermercato o di maestro yoga (sai quanto lavoro i maestri yoga per recuperare la lentezza?).

Ma la stessa cosa vale per lo sport e l'arte. Poveri quei gestori di centri sportivi, quei maestri, quegli allenatori che non hanno più campioni da tirare fuori, artisti preparati da portare a teatro. Sport e arte (insieme ovviamente al corsivo) sono le armi più importanti che abbiamo per non far impazzire le persone, per avvicinare le persone a credere nel loro futuro, a dare loro una speranza, a muovere le persone nella direzione della rinascita. Vi immaginate quel bambino che fa atletica, calcio, rugby, pallavolo, judo o non so che altro che oggi si allena, domani no, oggi si, domani no, oggi si ... figuriamoci poi che alcuni già di loro non sono sportivi nell'animo ma lo sport fa bene pure a loro ... vi immaginate al rientro dalla chiusura, entrano in campo, cominciano gli esercizi e, mascherina al collo anche quella su e giù, dicono una parola all'amichetto mentre fanno l'esercizio, stanchi dal periodo di chiusura e dal pensiero che dovranno vivere in solitudine dietro una mascherina, si sentono richiamare: "Ehi tu, hai parlato, 2 giri di campo". Poi due settimane dopo, chiusura perché siamo rossi. Ma che senso ha? Ma cosa stiamo facendo? Società sportive e teatri che chiudono, adulti disperati che spremono quei pochi giovani che ancora possono, sperando di tirar fuori da loro il campione che li porterà alla rivalsa economica ... ma cosa stiamo facendo?

Dopo un anno di pandemia e di difficoltà sanitarie, economiche e psicologiche del nostro paese, io oggi vorrei sentir parlare di educazione sportiva e educazione all'arte come di una valida alternativa per non perdere la serenità delle persone. Centri sportivi che si rendono conto che veicolano anche una importante relazione tra i giovani che non è solo obbedienza ma anche condivisione, aiuto reciproco, sostegno tra persone tutte in difficoltà, perché la pandemia c'è per tutti, per chi si ammala e per chi non si ammala, per chi ci crede e per chi non ci crede, per chi sta chiuso in casa e per chi trova i mille escamotage e sotterfugi per uscire e far finta di vivere normalmente, ma in silenzio. Ancora sento maestri e insegnanti che puniscono. Ma cosa stiamo facendo? 

Un laboratorio di teatro può far miracoli, un laboratorio di teatro anche online concede un sorriso anche rilassato e portare alla consapevolezza che nella società ci si può stare sereni, che le regole sono importanti, fanno parte del nostro vivere liberi, bisogna però essere maestri, consapevoli di se stessi e delle proprie ansie, perché mai un maestro deve trasmettere le sue ansie ai suoi discenti, ha perso in partenza. Diventa un teatrante, anche bravo, ma non un maestro. Un vero maestro non ha bisogno della forza per farsi ascoltare, ha bisogno di consapevolezza e di capacità di ascoltare.
In pandemia, cosa volete insegnare? Qualcuno mi ha risposto "perché devono sapere che devono soffrire" che Dio mi allontani dalle persone che covano questi pensieri, da tutte queste persone. 
Cosa volete insegnare? Formare attori esperti e preparati da mandare in scena non appena i teatri riaprono? 
Mentre scrivo questo post penso a quanto dovranno soffrire per questo i miei figli, penso ai volti di alcune persone che leggendo si dicono: "ma come si permette questa? Ma chi crede di essere? Ma cosa vuole?"

Voglio proporre la mia idea, di usare musei, teatri, centri sportivi e spazi aperti come oasi naturali, riserve marine, acquari e molto altro. L'Italia è ricchissima di queste cose. Vorrei che si pensasse di finanziare progetti artistici, sportivi e ambientali, ovviamente nel rispetto delle regole, gruppi poco numerosi, mascherine, distanziamenti, frequenza alternata che lascia anche spazio alla scuola di muoversi con più cautela senza assemblare i ragazzi ... tutto accompagnato dal dialogo e dal lavoro pratico. Il dialogo con i ragazzi, la battuta per correggere piuttosto che la punizione, sono fondamentali per la loro crescita.

Pensate che bello, l'Italia smette di cercare campioncini tra i bambini, cessa anche le sperimentazioni sulle neuro-scienze per dar vita al progetto GenesItalia. 

Investe su strutture scolastiche, sportive, educative, museali ... per formare una intera popolazione sana, competente, emotivamente stabile (in grado di essere felice e saper accettare anche tristezze e dolori), lo fa attraverso un progetto che vede la collaborazione tra scuole, centri sportivi, centri di arte e risorse ambientali. 
Le scuole per funzionare in presenza devono rinunciare alla loro folle corsa verso programmi strapieni ma di poca qualità (a meno che non consideriate il corsivo veloce una qualità dell'intelligenza per il prossimo mondo digitale). 

Troppi alunni per classe. 
Troppe ore seduti con la mascherina.
Adolescenti che hanno bisogno di esplodere.
Insegnanti esausti da una didattica anch'essa piena, digitale, presenza, non toccare i fogli, non farli stare al computer.
Tamponi si, tamponi no.
Quarantene.

Se a qualcuno interessa, progetto GenesItalia propone di studiare vie alternative per vivere e non sopravvivere, ovviamente servono contributi e finanziamenti: quando piove, gli alunni, si dividono tra le palestre, i teatri, i musei o una parte di queste strutture del territorio per fare dei laboratori base. 
Ci sono una parte di studenti nell'aula tradizionale, studenti che studiano danza (o altro) due mattine a settimana (compresa la teoria sul corpo umano, o la pratica per disegnare ballerine c'è chi posa e chi dipinge). 
Studenti che studiano pittori, scultori, storia, scienze nei musei o animali marini negli acquari per due settimane o due volte a settimana. 
Verso la bella stagione gli studenti vengono accolti 2 volte la settimana nei centri di vela, surf, sci, ma anche sport da palestra portati all'esterno pallavolo, calcio, basket, atletica sempre due volte la settimana. Ovviamente si fa anche la teoria. 
Laboratori di teatro in ligua, labortori di lettura, di scrittura, di storytelling in italiano, in lingua nelle sale dei teatri, nelle biblioteche ma anche nelle librerie e, perché no, anche online.
Lezioni di canto e strumenti a coppia, di 20 minuti invece che 50 così c'è posto per tutti.

Se leggete il Giornale del Bosco, spesso i ragazzi parlano di animali marini, animali in via di estiznione, comportamento animale, pensate a quante cose il WWF o GreenPeace potrebbe fare in questo periodo per aiutare i cuccioli di uomo a crescere esperti animalisti

Pensate ai grandi alberghi che vengono utilizzati come ospedali, pensiamo che un piccolo albergo o B&B potrebbe aiutare la scuola con gli spazi, al posto di fabbricare nuove sedie, nuovo materiale che occupa ancora di più il nostro già soffocato pianeta, stiamo insieme e aiutiamoci l'un l'altro.

Si cambiano i programmi, si coinvolgono le strutture territoriali extra-scolastiche, si stanziano finanziamenti, si lavora a rotazione, si fanno lavorare persone che hanno bisogno, ovviamente con apposito controllo, pulmini per trasportare i ragazzi, gruppi di taxisti che non riescono a lavorare diversamente.

Qualcuno ha pensato che i bambini stanno fermi 6 ore sulla sedia e non è sano? Ogni due ore si potrebbe fare 20 minuti di taichi quan, in piedi vicino al banco, movimenti per trovare l'equilibrio e non mosse di kung fu, ma lo sport è anche questo, educazione all'equilibrio, al proprio centramento, al rispetto. E se ridono, sorridono, parlottano e imparano l'autoironia, non li punite, non li strillate, strizzate l'oro l'occhio, dite bravo e ricominciate. Il mio maestro Michelangelo lo dice sempre, non è importante che diventi il primo, è importante che continui a provarci, piano piano, hai tutta a vita.

Grazie

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