giovedì 28 aprile 2016

Relazione affettiva, motivazione e bilinguismo

Leggi l'informativa su Privacy & Cookie a lato, all'interno della stessa trovi le modalità per non aderire. Se vuoi aderire è sufficiente che prendi visione e continui la navigazione sul nostro blog. Grazie

Io, mamma italiana di origine italiana, come posso aiutare i miei figli ad apprendere da subito una, se non due, lingue straniere senza creare ansia e senza navigare in aspettative troppo alte?
Per me, che ho cresciuto due figli tra lo spagnolo e l'italiano e che ora stanno apprendendo l'inglese, la prima cosa è la motivazione.
La spinta parte da noi genitori.
Io credo fortemente che il bilinguismo precoce sia un dono che facciamo ai nostri bambini e deve essere un dono per loro, prima che (inevitabile) fonte di orgoglio per noi.
La motivazione e la relazione affettiva dunque sono le basi per un viaggio nel bilinguismo precoce, come per molte altre cose. Un genitore che crede e ama lo sforzo che fa, è un genitore motivato a sostenere suo figlio in questo percorso.
Dunque il primo passo riguarda il rapporto con noi stessi.

Siate sinceri, analizzate quanto ci credete e quanto siete disposti a mettervi in gioco. Ricordate sempre che il bambino è spesso stanco e confuso e non ce l'ha con voi, urla, schiaffi, punizioni e ricatti peggiorano solo la situazione. Per non cadere in questo errore che il bambino paga tutta la vita è fondamentale ricordarsi che è un dono per lui e non un auto-acclamazione.

Una volta che vi sentite motivati e sicuri, bisogna capire come motivare il bambino.
La relazione affettiva genitore-figlio è il mezzo attraverso cui passa questo percorso casalingo, ed è uno dei più funzionali al mondo. Ovviamente anche la relazione affettiva con una eventuale insegnante è importante ma come si dice: la mamma è la mamma e lo è in tutto il mondo, un motivo ci sarà pure?
Dunque rimanendo in ambito familiare, bisogna che ci sia una relazione di amore, accogliente, allegra e allo stesso tempo ferma e decisa ma mai violenta o punitiva.
Una volta creato questa spazio-relazionale vi bastano pochi piccoli e complicati accorgimenti:

Stabilite un argomento/tema/spazio comune interessante e divertente da condividere solo in inglese, o nella lingua che scegliete come L2 (seconda Lingua) e cominciate a condividere idee, giochi, libri, film, cartoni, documentari, pensieri sull'argomento.
Ovviamente dipende dall'età del bambino e dalla vostra conoscenze - ah dimenticavo, anche voi dovete studiare di pari passo la L2 - fatelo proprio come lo fareste nella lingua madre, con quello stesso livello. Dunque se mai fareste vedere nella lingua madre quel film, non lo fate nemmeno in L2. Se invece quel libro o quel cartone a 3 anni lo concedereste, concedetelo.
Ma ciò che usate in L2 non lo usate in lingua madre.
Se scegliete di usare le storie di Peter Pan per condividere la L2, non leggete Peter Pan in italiano, semmai lo può fare l'altro genitore.

Stabilite degli spazi-temporali da dedicare con costanza alla L2 e fateli diventare parte integrante della vostra routine quotidiana. Il supermercato, il parco giochi, il bagnetto ... il venerdì dalle 15. alle 16. Scegliete voi e manteneteli sempre.

Canzoni, film, cartoni, libri e frequentazioni di biblioteche in lingua, sapete bene, vi aiuteranno moltissimo e vanno seguiti e perseguiti fino a quando si è adulti.

NON TRADUCETE, spiegate in lingua, fate gesti, disegnate, fate la danza del non so dirlo ma NON TRADUCETE da una lingua all'altra con la paura che non capiscano.
Voi forse non capite, loro capisco benissimo ma lasciate che siano loro, con i loro tempi e con le loro modalità a dimostrarvelo, anche dopo due interi anni.
DO NOT PANIC.
È un dono che fate loro e lasciate che loro ci giochino come vogliono e che esternino la lingua quando si sentono sicuri e padroni. Alcuni lo fanno dopo due giorni, alcuni dopo due anni ma non è una gara, non è il vostro lavoro, non è auto-acclamazione.
È solo un dono e ognuno è libero di prenderlo come vuole.

Un ultima questione che io trovo fondamentale, il giorno in cui decidete di mandare vostro figlio ad un corso di lingua cercate un corso divertente e stimolante perché sicuramente porta più risultati ma ricordatevi e ricordategli che divertimento non è sinonimo di gioco e quindi, seppur divertente e interessante, è un corso di lingua e loro sono là per apprendere. Non stanno andando al parco, non ad una festa, non ai gonfiabili ma ad un corso di lingua interessante dove possono apprendere e divertirsi allo stesso tempo.

Buon Bilinguismo a tutti

Nessun commento:

Posta un commento

Puoi lasciare qui un commento: