Oggi condivido la mia opinione sull'importanza in società del leggere, illustrare e narrare. Sono
traduttrice, insegnante di lingue, StoryTeller promotrice della
lettura, scrittrice per passione, lettrice libera e mamma. In questi
giorni guardavo i numerosi libri che ho messo insieme in questi
ultimi 7 anni. Libri quasi tutti per bambini … per bambini?
Dipende, ma di questo vi dirò dopo.
Numerosi
e bellissimi albi illustrati. Gli albi più amati sono stati, Piccolo
blu e piccolo giallo, La voce del noce, Dove vanno le nuvole, La
sedia vuota, La zuppa di sasso, Il tuo colore.
Ma
anche libretti studiati proprio per i bimbetti sotto i tre anni: la
Pimpa e Barbapapà ci hanno accompagnato in tantissimi viaggi e
serate.
Poi
i libri di parole, quelli che hanno qualche accenno di illustrazione
ma tante parole da leggere: Il piccolo principe, le storie di
Sepúlveda, Pinocchio.
Ma anche piccole e importanti saghe come quella di Hogard, le Storie di Querciantica e il vecchio e indimenticabile Zorro.
Ma anche piccole e importanti saghe come quella di Hogard, le Storie di Querciantica e il vecchio e indimenticabile Zorro.
Ma
anche le storie che ho inventato per i miei figli (e che spero presto
far uscire un compendio), ho dovuto scriverle per non sbagliare le
parole mentre le raccontavo ricordandole, perché le ripetizioni per
noi sono noiose e prive di valore ma per i bambini sono
importantissime per la serenità, per l'apprendimento, per
l'autostima e per molto altro.
Ieri
sera stavo proprio riflettendo sul fatto che questi libri in qualche
modo sono la storia del mondo che ho costruito nell'immaginario dei
miei figli e dunque è importantissimo scegliere libri, metodi,
giochi e via discorrendo ... ma non bisogna assolutamente avere paura
dei libri e delle storie.
Quello
che fa crescere i nostri figli non è il libro di per sé, l'oggetto
e forse nemmeno il contenuto (anche se hanno entrambi la loro
importanza) bensì è la relazione tra il lettore e l'ascoltatore.
Una
mamma, un papà, una nonna, una zia … che leggono felici ad un
bambino per 15 minuti, gli hanno regalato un'esperienza che non ha
valore monetario, uno stimolo verso l'amore per la lettura … perché
bisogna amare la lettura e non l'oggetto libro (che poi può nascere
ed è bello, ma è un'altra cosa).
Come
scegliere i libri da leggere?
Ci
si può far consigliare da chi ha tanta esperienza. Ci sono tante
persone che organizzano momenti di lettura importanti per bambini e
genitori, ci sono biblioteche attivissime al riguardo.
Per
poter scegliere bisogna anche sapere cosa si cerca.
Un
libro per argomento? (Io non amo i libri che ti guidano con la morale
alla nanna, a togliere il ciuccio e il pannolino o a mangiare frutta
e verdura, ma so che ne esistono di belli e divertenti).
Un
libro semplice per le prime parole? (La Pimpa ma anche Abbaia George
ma anche le storie di Elmer e molti altri).
Un
libro che voglia stimolare la vista e porre l'attenzione
sull'osservazione?
Di
fantastici albi illustrati ce ne sono milioni, l'importante è che le
illustrazioni non siano eccessivamente piene e soprattutto
corrispondenti a quanto si legge. Ovviamente, che quanto si legge sia
posizionato vicino all'immagine che rispecchia.
Ci
sono anche albi illustrati senza parole e con quelli potete
sviluppare la fantasia, vostra e del vostro bambino … e la memoria.
Perché le ripetizioni sono importanti e il bambino tende a ripetere
sempre uguale (lui ha una grande capacità di ripetere sempre uguale,
mentre l'adulto, con la testa sempre più piena di parole e pensieri
tende a ripetere il concetto ma non la parola uguale).
Un
libro che voglia stimolare l'attenzione all'ascolto. L'attenzione
all'ascolto è oggi secondo me un deficit in espansione tra i bambini
sempre più stimolati da rumori, plastica, luoghi chiusi e pieni di
rimbombi. I bambini sanno stare concentrati all'ascolto sempre meno e
(ma è una mia opinione personale) al contempo vengono diagnosticati
sempre più bambini con deficit di attenzione, o di iperattività
(non saprei cosa altro aspettarmi da bambini non abituati ad
ascoltare storie e abituati a lanciarsi come pazzi da una parte
all'altra di enormi muri di gomma con musica sparata a tutto volume).
Quando
non esisteva la scrittura esisteva già la scuola. Affinché un
bambino diventasse adulto, era fondamentale che gli venisse passato
il sapere del suo stesso popolo. Quando i popoli hanno cominciato a
mischiarsi fra loro il corpo umano si è fortificato e le conoscenze
condivise hanno creato la scienza per progredire, per migliorare.
Gli
anziani del villaggio sedevano in mezzo alla natura con i piccoli del
villaggio, insegnando loro a vedere, ascoltare e riconoscere suoni e
segni della natura. Era un processo lento e spesso silenzioso,
bisognava saper aspettare, ascoltare, con pazienza e concentrazione
per poi, al momento giusto, essere pronti rapidi e abili. I saggi
raccontavano loro bellissime storie di avventure con fantastici
personaggi, per spiegare loro il mondo. Insegnavano loro l'arte di
usare quanto la natura metteva a disposizione attraverso
l'apprendimento della pittura (per lasciare segni e segnali), della
scultura (per preparare armi e utensili), del canto (per comunicare
tra loro anche da lontano), della danza (per entrare in contatto con
le proprie emozioni).
Provate
ad immaginare di vivere in una grotta, riscaldati e illuminati solo
da un fuoco centrale tanto caldo quanto pericoloso. Dovete alimentare
il fuoco ma temerlo perché può prendere piede e uccidere tutti. Gli
uomini devono cacciare gli animali per sfamare il villaggio intero.
Chiusi in una grotta di ombre e luci, gli uomini si preparano alla
caccia grossa, siamo agli albori dell'arte. L'uomo ha paura ma deve
cacciare o non sopravvive. Gli animali fuori sono grossi, hanno
zanne, code e zampe spaventose, emettono suoni forti e terrificanti.
L'uomo
ha paura ma deve cacciare.
Per
poter sopravvivere l'uomo non cancella la sua paura e si trasforma in
una macchina da guerra ma cerca la sua paura, vi entra in contatto,
la affronta e la fa sua amica. L'uomo entra in contatto con la sua
emozione attraverso l'arte e le storie.
Il
saggio, il capo, il guerriero più forte siede con gli altri uomini
intorno al fuoco. Racconta il piano. Poi racconta storie di antenati
che hanno combattuto la stessa paura, la stessa fiera feroce. La
narrazione coinvolge tutti, ci sono dei graffiti sulla parete della
caverna che rappresentano le storie del passato, le stesse che
racconta il capo.
Quando
tutti hanno capito che cosa spaventosa stanno andando a fare,
suonano, cantano e danzano la loro stessa paura, per entrarci in
contatto e farla alleata. Non c'è nessuna morale dietro, solo una
presa di contatto con se stessi e con il proprio mondo.
Così
io credo che nasca l'arte. A questo io credo che servano le storie
che scegliamo di leggere ai nostri figli. È nella relazione salda,
di amore e condivisione e nel rispetto reciproco, che le storie
funzionano. Se sviluppate l'attenzione visiva, l'ascolto attivo, la
fantasia di espressione, il disegno libero … regalate al bambino la
via alla consapevolezza di se stesso.
Il
metodo principale che uso per insegnare le lingue ai bambini (Il
Format Narrativo attraverso le avventure di Hocus & Lotus)
funziona proprio perché prevede l'uso di tutti questi canali:
relazione umana, ascolto attivo, condivisione, espressione teatrale,
canto … possono anche danzare le bellissime musiche del format.
Condivisione
a lezione e a casa.
Tutto
in un'altra lingua, abbandonando in quello spazio la lingua madre che
volentieri cede il passo alla seconda lingua e senza bisogno di
oggetti di transizione e di traduzioni.
Il
metodo funziona perché riprende le più antiche tecniche di
insegnamento, perché propone un percorso che riguarda sia
l'ontogenesi che la filogenesi dell'uomo, senza morale.
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