sabato 16 luglio 2016

L'uomo che coltivava le comete di Angela Nanetti

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 Un libro che da tanto tempo non mi capitava di leggere, una storia di 142 pagine con poche illustrazioni e la lettura di parole e sogni è tornata protagonista nella mia mente. Non che io non ami gli albi illustrati, ne ho piena la casa ma ho avuto bisogno di tempo per riflettere ... mumble mumble ... tutti oggi parlano di illustrazioni, anche chi si occupa di libri scolastici, anche chi si occupa di salute mentale e mi domando perché?
Chiedo scusa ai miei amici illustratori e osanno coloro che mergono l'illustrazione (o meglio il disegno, così gli amici che preferisco chiamano le loro opere) con la parola.
Ma non sempre una cosa è migliore di un'altra, non c'è sempre un lupo e un agnello se non per mangiare, ma qui si legge.
Ho letto un libro.
Ben 50 pagine in una mattina sola per ritrovare nella mia mente lo spazio per illustrare io stessa ciò che leggo. Una storia inventata che racconta mille storie vere. Una bambina abbandonata in fasce e allevata da una Nenele.
Una adolescente con la testa di bambina un po' selvaggia che diventa improvvisamente donna, sola, madre e decide di tenersi i suoi bambini.
Lei è povera, chi vuole i bambini è ricco ma lei li cresce con l'amore, le risate, la gioia, la volontà di vivere, cresce con loro.
Leggo e una serie di neuroni mi si sono attivati: ricordi, racconti, conoscenti, letture, la mia mente è volata via in paesi lontani tornando indietro ai miei viaggi, a quando si poteva viaggiare e ho sospirato, mi sono detta è ora ... di rallentare.
Chiedo scusa agli amanti della grammatica per il mio modo di scrivere e per l'abuso di ... ma io sono così, regalo il mio messaggio in modo sincero e spontaneo.

Ci si lamentava che il telegiornale a pranzo fa venire la gastrite, che troppe scene di violenza fanno male, istigano alla violenza e allora oggi?
Immagini, immagini nette e confuse.
Belle e continuerò ad amarle, a comprarle, a cercarle ma anche voglio leggere e immaginare con la mia testa, da sola, intimamente.

Così, come la bambina che diventa donna e da sola cresce grazie alle storie che le ha raccontato Nenele, anche io dico grazie a Nenele per restituirmi un po' di intimità, di emozioni, di umanità.

Nessuna descrizione di umanità ma personaggi, magari Shakespeariani, che vivono e liberano nell'aria le loro emozioni che crescono e mutano con il loro crescere e allora felice leggi, poi chiudi gli occhi e immagini, e poi vuoi tornare a leggere ... ecco, nasce la relazione, quella buona, quella che cura, quella che fa bene al mondo.
Come nasce?
Già così, io leggo un bel libro, mi emoziono e voglio condividere questa esperienza con calma, anche con voi, con gli amici in presenza, con mio marito sul divano e con i miei figli a misura, figli che rispondono e non sono figli BES solo perché non si gettano con il paracadute da un gonfiabile senza chiedersi il perché. È così che la lettura produce benessere e molto altro ...
lo so qualcuno mi dice che sono saccente ma io semplicemente dico quello che penso io e chiunque pensa diversamente da me, ha ragione quanto me, l'importante è che lo faccia per scelta e non per condizionamento.
Non conoscevo il suo nome, né la sua voce, ma capii che era lui. Lo feci entrare: indossava una camicia candida e un panciotto di velluto del colore del muschio ed era più bello di come lo ricordavo, più bello di un principe e di un re."Ti ho cercato per giorni e notti senza pace" disse "e ora che ti ho trovata ti voglio sposare". Mi fece indossare il vestito della festa e mi condusse fuori dove c'era un cavallo pezzato che ci aspettava. Mi portò dal pope che ci sposò e poi tornammo qui, e qui, in questo letto passò la notte. Dove tu sei nato. Il giorno dopo mi disse che doveva partire per lavorare, ma che sarebbe ritornato presto. All'inizio tornava spesso per vederti, e sempre la notte, e ripartiva all'alba. ti guardava dormire e ti accarezzava. Una volta ti cullò tutta la notte. Ma dopo che è nato tuo fratello ha incominciato a lavorare lontano, a quella strada, e non è più tornato.
Una ragazzina che vive sola, in una casina di legno lontana dal paese, deve attraversare il bosco per arrivare in paese, quasi come cappuccetto rosso che va dalla nonna. Una storia che ad ogni pagina dice qualcosa che non ti aspetti. Solo queste parole quante cose fanno venire in mente, eppure c'è dell'altro ...
Buone ferie e grazie Angela Nanetti di questo bellissimo libro.

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